CLETO MUNARI

Una scelta di design

Cleto Munari, dall’incontro con l’architetto Carlo Scarpa nel 1973, ha indirizzato tutta la sua ricerca e attività verso l’industrial design, lavorando per importanti aziende in tutto il mondo.
Nella sua continua ricerca di ispirazioni, idee e progetti originali, Cleto Munari è aperto ad una continua analisi e sperimentazione di forme e materiali.
I suoi oggetti – specialmente quelli realizzati in oro e argento – sono presenti nelle collezioni permanenti di molti importanti musei in tutto il mondo, tra cui il Metropolitan Museum of Art.

Azienda

L’azienda “Cleto Munari” nasce agli inizi degli anni ‘70 con la realizzazione dei primi oggetti per l’arredo, disegnati dai più importanti personaggi nel settore dell’ architettura e del design.
Il decennio che va dal 1970 al 1980 fu per Cleto Munari, fondatore dell’azienda, un periodo d’importante ed intensa ricerca stilistica, che lo spinse a cercare nuove espressioni artistiche in collaborazione con architetti, designers e artisti di tutto il mondo nella progettazione di nuovi oggetti d’uso quotidiano.

Tra le numerosissime frequentazioni che Cleto Munari intraprese in quegli anni, vanno ricordate, soprattutto, quelle con il “grande maestro” Carlo Scarpa e con l’amico architetto Ettore Sottsass: furono loro a ispirare Cleto Munari, lasciandogli in eredità quel gusto del “bello” che gli consentì poi di diventare lui stesso personaggio famoso nel mondo del design. Del resto, bisogna porre l’accento, che la collaborazione artistica di Cleto Munari con artisti e designer internazionali non si è mai fermata ed anzi, negli anni successivi, è diventata sempre più una costante nella creatività dell’azienda.
All’inizio l’interesse della “Cleto Munari” s’indirizzò principalmente alla realizzazione di oggetti del settore del lusso, nel campo dell’argenteria, della gioielleria, dell’orologeria: tutti ambiti che all’epoca sembravano non aver ancora trovato una forma espressiva adeguata al grande cambiamento sociale e culturale già manifesto in quegli anni. In seguito sarebbero arrivate le collezioni del vetro, della ceramica, della scrittura, del mobile, del tappeto e della pelle. Bisogna evidenziare del resto come la “Cleto Munari”, fedele alle sue origini, nel costruire le sue collezioni si sia sempre avvalsa della preziosa assistenza degli artigiani veneti, maestri nel settore della lavorazione dei metalli preziosi, del vetro, della ceramica, della pelle e altri materiali.

Risale al 1982 la prima raccolta di Argenti con oggetti disegnati da Gae Aulenti, Mario Bellini, Carlo Scarpa, Ettore Sottsass, Vico Magistretti, Hans Hollein, Alessandro Mendini e altri grandi artisti. La Collezione, che conseguì un immediato successo, fu subito presentata al pubblico presso i più importati Musei e le più famose Gallerie d’Arte Contemporanea di tutto il mondo; molti di questi oggetti entrarono a far parte delle loro Collezioni Permanenti. Tra quelli più importanti si ricordino almeno il Metropolitan Museum of Art di New York ed il MOMA di New York.

Alla Collezione Argenti fece seguito, nel 1985, la Collezione Gioielli con circa 250 preziosi disegnati, anche in quest’occasione, da architetti di tutto il mondo. Per celebrarla, nel 1987, si diede il via ad una serie di esposizioni itineranti negli Stati Uniti d’America ed in Canada, che sarebbe andata avanti per ben due anni. A queste mostre ne sarebbero seguite molte altre, in Europa ed in Giappone. Rimane ancora oggi oggetto di grande attenzione da parte dei collezionisti e dei critici, considerata com’è da molti una delle più importanti Collezioni di Gioielli Contemporanei. Molti di questi gioielli sono oggi esposti nei musei di tutto il mondo come collezione permanente.

Del 1987 è invece la Collezione Orologi. Realizzati in pochissimi esemplari, sono delle vere e proprie architetture in oro e diamanti da indossare, vantando la firma di quattro grandi architetti, ciascuno a rappresentare una diversa cultura: Ettore Sottsass per l’Italia, Hans Hollein per l’Europa, Michael Graves per gli Stati Uniti e Arata Isozaki per il Giappone. Questi orologi fanno parte della collezione permanente del Metropolitan Museum of Art di New York.

Nel 1990 emerge la passione per l’Arte Vetraria Muranese, che negli anni successivi porta alla realizzazione di varie Collezioni di Vetri, nelle quali gli autori coinvolti furono invitati a sperimentare nuove forme raccolte in seguito nelle Collezioni “Micro Macro”, “Chromatic Transparencies”, “Corolle d’Autore”, e altre ancora.
La Collezione Veronese del 2002 nasce dall’idea di raccogliere le interpretazioni di dieci artisti, oltre allo stesso Cleto Munari, sul tema del famoso vaso in vetro “Il Veronese”, da sempre considerato uno dei vetri più rappresentativi dell’arte di Murano. Gli autori di questi vasi sono R. Meier, M. Fucksas, A. Mendini, M. Thun, M. Paladino, P. Portoghesi, D. Palterer, M. Botta, B. Sipek, C. Nason e, appunto, lo stesso Cleto Munari. La produzione è limitata alla realizzazione di solo quarantanove esemplari.

Nel 2004 fu il turno della Collezione Penne “The Five Pens”: un nuovo progetto culturale in cui Cleto Munari e altri quattro architetti, insieme a cinque “Premi Nobel della Letteratura”, si sono impegnati nella creazione di cinque penne stilografiche. Il libro, che accompagna ogni singola penna, racconta l’emozione, che ancor oggi, i Cinque Premi Nobel provano nello scrivere i loro manoscritti con quel piccolo tesoro tra le mani.

Nel 2008 nasce la Collezione dei Tavoli: I Magnifici 7 con sei tavoli, più un settimo di Cleto Munari. Per la prima volta qui troviamo, accanto ad architetti, designers ed artisti, anche esponenti della letteratura: Mark Strand, vincitore del premio Pulitzer; Dario Fo, vincitore del Premio Nobel della Letteratura nel 1997; Lawrence Ferlinghetti, poeta e scrittore di fama internazionale fondatore della corrente letteraria “Beat Generation” degli anni ‘50. L’anno successivo porta invece la Collezione Arredo, i cui primi pezzi (tavoli, credenze, librerie, contenitori ecc.) sono stati realizzati in solo nove esemplari come pezzi unici, disegnati da Alessandro Mendini, Mimmo Paladino e Sandro Chia. Nel corso degli anni a questi mobili se ne sono aggiunti di nuovi, continuando questa linea di produzione fino ad oggi.
L’anno successivo è quello della Collezione Tappeti “Art Carpets: Cleto Munari and friends” nella quale sono raccolti circa trenta modelli di tappeti, tutti realizzati completamente a mano in Turchia utilizzando lana e seta, nel rispetto delle più antiche tradizioni manifatturiere. La Collezione dei tappeti è prodotta in edizione limitata di ventinove esemplari per modello.

Il 2014 è invece l’anno che segna l’inizio dell’esperienza nel settore della pelle. Si tratta di un progetto per una linea di borse in cui i colori accesi e gli accessori in metallo, raffiguranti il pugno e l’occhio di Iside – simboli cari a Cleto Munari – rappresentano il tema dominante di questo filone fortemente “munariano”.

Il 2016 si rivela infine un anno di grande esplosione creativa per Cleto Munari che torna, questa volta in prima persona, al mondo del gioiello. Si contano circa cento nuovi gioielli, alcuni pensati anni addietro ed altri recentissimi che utilizzano le nuove tecnologie produttive messe oggi a nostra disposizione per un orizzonte creativo sempre più ampio. Si può perfino affermare che quest’ultima collezione sorga anche dal fatto che, dopo cinquant’anni d’intenso lavoro, la figura artistica di Cleto Munari sia stata oggi finalmente riconosciuta anche dal grande pubblico non più solo come provocatore e promotore di nuove idee, ma anche come reale presenza artistica – culturale dell’arte contemporanea italiana. Infatti, alla fine del 2016, Cleto Munari venne nominato Accademico Olimpico Onorario dalla storica istituzione vicentina e di lì a poco, nel marzo del 2017, venne inaugurata la Mostra “MondoCleto” nei Musei Civici di Vicenza nella prestigiosa cornice di Palazzo Chiericati.

Il 2018 è stato un anno importante per Cleto Munari con la partecipazione delle sue collezioni ad eventi internazionali in Germania (Monaco di Baviera), negli Emirati Arabi (Dubai), Italia (Bologna e Milano) e nella  Corea del Sud (Busan, Daegu e Seoul). Nello stesso anno è nato un nuovo progetto per “Bottega Treccani” con la realizzazione di 3 penne disegnate da Alessandro Mendini e dedicate a Giovanni Gentile, Rita Levi Montalcini e all’Enciclopedia Italiana della Treccani.

Nel 2020 prende vita il progetto della spilla in oro e diamanti disegnata da Mimmo Paladino per commemorare i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta Dante Alighieri (1321 – 2021).

La seconda metà del 2021 segna la ripresa delle attività pubbliche in presenza anche per la Cleto Munari che organizza una serie di iniziative in collaborazione con alcuni Musei italiani tra i quali il Museo della Ceramica di Nove (VI) e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) con una retrospettiva sui gioielli di Cleto Munari. Nello stesso anno si realizzano i primi tavoli in marmo della nuova collezione “Cleto Munari: Essenza del Marmo” che riprende un’idea della seconda metà del 1400 di Lorenzo de’ Medici di realizzare tavoli d’artista in marmo.

Nel 2022 la collezione dei tavoli in marmo viene completata e i 18 tavoli disegnati da Doriana e Massimiliano Fucksas, Mimmo Paladino, Alessandro Mendini, David Palterer, Oscar Tusquets, Giorgio Cattano, Paolo Portoghesi, Mario Botta, Michele De Lucchi, Guido Fuga, Gerard Huet, Marcello Jori, Fabrizio Plessi e Cleto Munari stesso vengono presentati al pubblico in due occasioni. La prima ai Musei Civici di Santa Caterina a Treviso in occasione di una antologica dei lavori di Cleto Munari per commemorare i 50 anni di attività aziendale e la seconda nello Spazio Opendream presso l’ex sede della ditta Pagnossin.

Nella sua continua ricerca di ispirazioni, idee e progetti originali, Cleto Munari è aperto ad una continua analisi e sperimentazione di forme e materiali.

I suoi oggetti – specialmente quelli realizzati in oro e argento – sono presenti nelle collezioni permanenti di molti importanti musei in tutto il mondo, tra cui il Metropolitan Museum of Art.